Dall’Uganda, spedita in missione elettorale, confesso di dedicare il poco tempo libero che ho e quello notturno, alla campagna americana. Per il modo in cui è stata concepita e per la maniera in cui viene condotta: se penso alle campagne italiane, in cui ormai il numero dei non votanti sta superando quello dei votanti, l’interesse degli americani – o direi meglio la maniera in cui esso viene rappresentato – racconta una grande parte dell’anima statunitense. In genere procedo in questo modo: scelgo una/un candidato prima del caucus in Iowa, mi innamoro e la/lo seguo come se potessi davvero farlo. Se… read more →
Altro che propaganda sessista nelle nostre elezioni regionali. Le candidate di cui parlo hanno deciso di non mostrare il loro volto durante la campagna elettorale: al loro posto quelli di mariti, padri, fratelli, che hanno invitato gli elettori a sostenere mogli, figlie, sorelle. Eppure si sono candidate e hanno corso un bel rischio. Qui non si scherza, è il Khyber Pakhtunkhwa bellezza, detto KP, la provincia più rognosa del Pakistan, conquistata dall’ex giocatore di cricket Imran Kahn, che con il suo partito PTI (Pakistan Tehreek-e-Insaf) sta creando non pochi problemi al governo centrale. Un uomo liberal, o almeno lui si… read more →
Malala Yousafzai è stata colpita in viso da due proiettili talebani mentre l’autobus lastava riportando a casa da scuola. L’evento, senza dubbi drammatico, è diventata un caso, come lo fu quello di Amina, la nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio e poi graziata a causa della campagna mondiale a suo favore che per fortuna le salvò la vita, ormai quasi dieci anni fa. Malala è stata portata in Gran Bretagna e operata e intanto i media lavoravano al caso. I talebani pure, perché da tempo hanno cambiato la loro tecnica di comunicazione contribuendo a creare una nuova narrativa di guerra.… read more →