Il post è stato pubblicato su Huffington Post (https://www.huffingtonpost.it/monica-luongo/per-un-pugno-di-voti_a_23495856/?utm_hp_ref=it-homepage) Un testa a testa che per un pugno di voti ha portato alla vittoria il presidente Mnangagwa contro il suo rivale Chamisa ed evitato il ballottaggio già messo in conto da molti per l’8 di settembre. Contrariamente a quanto succede in molti altri paesi, in cui lo spoglio delle schede per le elezioni presidenziali viene iniziato per primo, nel caso dello Zimbabwe la legge elettorale prevede che lo spoglio dei voti per i seggi parlamentari abbia la precedenza. E in realtà – dato il calendario locale – ci sarebbe stato addirittura… read more →
Il post è apparso il 1 luglio sull’Huffington post (https://www.huffingtonpost.it/monica-luongo/il-bivio-dello-zimbabwe_a_23472195/), qui leggermente modificato. Indicatori di ricchezza: le lunghe file alle casse dei supermercati con clienti pieni di buste. Indicatori di povertà: adulti e bambini senza scarpe, assenza di animali domestici o cani randagi (il che significa che non ci sono rifiuti a sufficienza per poter sopravvivere). Anche questa è Africa, dove può accadere – sebbene raramente – che qualcuno ti avvicini mentre sali in auto per offrirti un minore da comprare. Lo Zimbabwe, ben lontano dalle nostre coste, ma non per questo esente da migrazioni verso altri paesi africani,… read more →
Dall’Uganda, spedita in missione elettorale, confesso di dedicare il poco tempo libero che ho e quello notturno, alla campagna americana. Per il modo in cui è stata concepita e per la maniera in cui viene condotta: se penso alle campagne italiane, in cui ormai il numero dei non votanti sta superando quello dei votanti, l’interesse degli americani – o direi meglio la maniera in cui esso viene rappresentato – racconta una grande parte dell’anima statunitense. In genere procedo in questo modo: scelgo una/un candidato prima del caucus in Iowa, mi innamoro e la/lo seguo come se potessi davvero farlo. Se… read more →
Altro che propaganda sessista nelle nostre elezioni regionali. Le candidate di cui parlo hanno deciso di non mostrare il loro volto durante la campagna elettorale: al loro posto quelli di mariti, padri, fratelli, che hanno invitato gli elettori a sostenere mogli, figlie, sorelle. Eppure si sono candidate e hanno corso un bel rischio. Qui non si scherza, è il Khyber Pakhtunkhwa bellezza, detto KP, la provincia più rognosa del Pakistan, conquistata dall’ex giocatore di cricket Imran Kahn, che con il suo partito PTI (Pakistan Tehreek-e-Insaf) sta creando non pochi problemi al governo centrale. Un uomo liberal, o almeno lui si… read more →