Quando nel 1976 Helmut Newton pubblicò il suo primo libro di fotografie White Women, furono in molte a lanciare anatemi contro l’artista e chi gli avrebbe poi assegnato il prestigioso Kodak Award. Perché Newton aveva scelto come soggetto il nudo femminile e, pur mettendo al servizio delle più prestigiose case di moda del mondo la sua arte, era il corpo nudo a dominare l’obiettivo, l’immagine, lo spettatore. In quell’album compariva – tra le altre – una modella carponi su un letto, vestita di una sella di cuoio di Hermès, lo sguardo traverso all’obiettivo. In altre immagini modelle nude venivano… read more →
La domenica di Pasqua ha mischiato pericolosamente due accadimenti avvenuti in Pakistan con i recenti drammatici attacchi terroristici a Brussels. Due uomini bomba a Lahore si sono fatti esplodere nei giardini pubblici di Gulshan Iqbal, uccidendo 63 persone e ferendone più di cento. Nella stessa giornata circa duemila persone si sono riversate nella strada principale di Islamabad, per un sit in di protesta davanti il parlamento. All’origine di essa la condanna a morte, eseguita a fine febbraio scorso, di Mumtaz Qadri, guardia del corpo dell’allora governatore del Punjab Salmaam Taseer, “colpevole” di voler annullare il reato di blasfemia, che nel… read more →
Questo mio articolo compare nel nuovo numero della rivista Leggendaria (www.leggendaria.it) dedicato alle Migrazioni. La domanda è semplice, la risposta non lo è affatto. Perché le combattenti curde riscuotono tanto successo? Ovvie le prime osservazioni che vengono alla mente: perché lottano per l’indipendenza della loro terra, sono leader della comunità, non hanno esitato a imbracciare le armi per combattere. Sono diventate in pochissimo tempo una icona della contemporaneità, brave in battaglia come nei social media. Il mondo le ama, nulla di male. Allo stesso tempo l’iconografia del presente mostra molte altre immagini di donne armate: le giovani laureate inglesi che si arruolano nell’IS… read more →
Sotto il cielo dei droni le reazioni agli attacchi terroristici a Parigi, Bruxelles, e Bamako sono stati differenti. La prima è sempre la presa di distanza, la differenziazione tra musulmani buoni e cattivi, anche se opinionisti, giornalisti e anche privati cittadini sono confusi quanto noi e molti di loro ritengono responsabile l’Occidente di rifiutare la religione e cultura islamiche e vedono il terrorismo come inevitabile risultati. Numerosi quelli preoccupati che la loro possibilità di avere un visto per l’Europa sia notevolmente ridotta. Nessuno, ma proprio nessuno, pensa di avere stereotipi e pregiudizi nei confronti dell’Occidente. Sotto il cielo dei droni… read more →
Provo una sincera ammirazione per tutte/i coloro hanno scritto e scrivono commenti dopo la strage di Parigi: quasi tutti hanno le idee chiare, sanno cosa sta succedendo intorno a loro, hanno capito chi sono i buoni, chi i cattivi, e anche dove sono le donne e che ruolo hanno; siano esse vittime o terroriste, politiche o attiviste. Certo è che almeno in Italia un merito l’hanno avuto: hanno spazzato via veline, starlette e vallette dal fuoco delle telecamere e delle prime pagine, anche se sostituite con signore in burqa. Io invece sono ancora confusa, anche e proprio perché da due… read more →
Il termine narrativa di guerra è diventata una definizione ufficiale del governo pakistano. I talebani nazionali (PTT) e non hanno adeguato la loro comunicazione agli strumenti offerti dai nuovi media e quindi bisogna adeguarsi e dare una risposta anche a livello istituzionale. Così, dopo l’attacco alla scuola di Peshawar, che ha fatto 142 morti, di cui più di 130 bambine e bambini, la Standing Committee on Information, Broadcasting & National Heritage si è riunita alla fine di dicembre e ha presentato ai rappresentanti delle organizzazioni di media e giornalisti le sue “Proposals to Strengthen Media’s Role in Combatting Terrorism.” (Proposte… read more →
Per giorni ho tardato a scrivere di “Homeland”, la serie tv americana seguita da milioni di telespettatori, che ha vinto numerosi premi sin dalla sua prima edizione. E’ una storia di agenti della CIA in Pakistan, di caccia ai talebani, di stereotipi e di errori di edizione che farebbero ridere ogni bambino pakistano. Ma gli attori sono bravi e la sceneggiatura curata, e quando un prodotto ha così tanto successo parlarne male non sta bene, è un esercizio inutile. “Homeland” per ovvie ragioni non è trasmesso in Pakistan, ma se ne parla e molto sui social network, soprattutto per mano… read more →