Il future sex dell’americana Emily Witt è già presente. L’universo multiforme della pornografia e le modalità con cui donne e uomini esprimono e vivono la propria sessualità sono ampiamente indagati e praticati in prima persona da chi (una vasta moltitudine) fa uso di piattaforme online, siti di dating, produce video e film porno che – rubo la citazione a un amico intelligente – hanno spostato le esperienze sessuali dall’osceno all’ “io-sceno”. Pure il viaggio autobiografico dell’autrice ha un suo interesse non solo perché offre un racconto di raduni erotici, sex room e blind-date (rigorosamente etero-wasp) vissute in prima persona durante… read more →
L’articolo è stato pubblicato su www.donnealtri.it “Libere tutte” verrà presentato per la seconda volta a Roma il 18 maggio, da Tuba in via del Pigneto. Il soggetto imprevisto della modernità politica occidentale. E’ in questo modo che Cecilia D’Elia e Giorgia Serughetti definiscono le donne dell’oggi in “Libere tutte. Dall’aborto al velo, donne del nuovo millennio” (minimum fax, 2017): termine che non mi dispiace e che estenderei alle donne tutte, non solo le occidentali. Al centro di un mutamento che ha pochi precedenti nella storia moderna e contemporanea e che solo in parte può definito, perché in piena e costante… read more →
Questo articolo è stato pubblicato sul numero della rivista Leggendaria n.116 “Così vicine, così lontane” (www.leggendaria.it) Che parte dell’Occidente sia islamofobo non vi è dubbio. Che allo stesso tempo parte del mondo islamico nutra nei confronti del mondo occidentale la medesima fobia è non solo fuor di dubbio, ma allo stesso tempo fenomeno poco indagato. Le distinzioni sono sempre dovute. Siamo sempre noi a dire che i mondi musulmani sono molti e variegati (e come dicono i più religiosi e saggi ci sono molti musulmani ma un solo Islam), siamo in molte/molti a dibattere da tempo sull’identità femminile rappresentata dall’indossare il velo… read more →
Dall’Uganda, spedita in missione elettorale, confesso di dedicare il poco tempo libero che ho e quello notturno, alla campagna americana. Per il modo in cui è stata concepita e per la maniera in cui viene condotta: se penso alle campagne italiane, in cui ormai il numero dei non votanti sta superando quello dei votanti, l’interesse degli americani – o direi meglio la maniera in cui esso viene rappresentato – racconta una grande parte dell’anima statunitense. In genere procedo in questo modo: scelgo una/un candidato prima del caucus in Iowa, mi innamoro e la/lo seguo come se potessi davvero farlo. Se… read more →
Questo mio articolo compare nel nuovo numero della rivista Leggendaria (www.leggendaria.it) dedicato alle Migrazioni. La domanda è semplice, la risposta non lo è affatto. Perché le combattenti curde riscuotono tanto successo? Ovvie le prime osservazioni che vengono alla mente: perché lottano per l’indipendenza della loro terra, sono leader della comunità, non hanno esitato a imbracciare le armi per combattere. Sono diventate in pochissimo tempo una icona della contemporaneità, brave in battaglia come nei social media. Il mondo le ama, nulla di male. Allo stesso tempo l’iconografia del presente mostra molte altre immagini di donne armate: le giovani laureate inglesi che si arruolano nell’IS… read more →
Sotto il cielo dei droni le reazioni agli attacchi terroristici a Parigi, Bruxelles, e Bamako sono stati differenti. La prima è sempre la presa di distanza, la differenziazione tra musulmani buoni e cattivi, anche se opinionisti, giornalisti e anche privati cittadini sono confusi quanto noi e molti di loro ritengono responsabile l’Occidente di rifiutare la religione e cultura islamiche e vedono il terrorismo come inevitabile risultati. Numerosi quelli preoccupati che la loro possibilità di avere un visto per l’Europa sia notevolmente ridotta. Nessuno, ma proprio nessuno, pensa di avere stereotipi e pregiudizi nei confronti dell’Occidente. Sotto il cielo dei droni… read more →
L’articolo di Monica Luongo è stato pubblicato il 30 settembre 2015 http://27esimaora.corriere.it/articolo/depilarsi-o-no-tra-italia-e-pakistan-la-moda-piu-forte-del-femminismo/#more-72203 Tutto è successo un anno fa, quando un uomo che frequentavo mi chiese di depilarmi «alla brasiliana». Nulla di strano nei desideri e giochi tra due adulti consenzienti, se non per il contesto in cui il fatto si svolgeva (anche se la conversazione era in chat): il Pakistan, dove vivo e mi relaziono ogni giorno con una realtà diversa da quella in cui io sono cresciuta. Più immodestamente in questo contesto direi la realtà che io, con altre e altri, ho anche contribuito a cambiare: libertà di azione, dei… read more →
Provo una sincera ammirazione per tutte/i coloro hanno scritto e scrivono commenti dopo la strage di Parigi: quasi tutti hanno le idee chiare, sanno cosa sta succedendo intorno a loro, hanno capito chi sono i buoni, chi i cattivi, e anche dove sono le donne e che ruolo hanno; siano esse vittime o terroriste, politiche o attiviste. Certo è che almeno in Italia un merito l’hanno avuto: hanno spazzato via veline, starlette e vallette dal fuoco delle telecamere e delle prime pagine, anche se sostituite con signore in burqa. Io invece sono ancora confusa, anche e proprio perché da due… read more →
Una amica che come me ha lavorato in aree di guerra mi diceva qualche giorno fa – di fronte alle reciproche impressioni delle nostre vite di quotidiana “normalità”, in paesi in cui pochi vorrebbero mettere piede – che l’esperienza è un po’ come essere lungo degenti in ospedale, dopo i primi giorni ci si abitua a un ritmo quotidiano fatto di procedure che hanno senso solo li dentro e che in pochissimo tempo appaiono normali, perché è il nostro cervello che si adegua rapidamente alle soluzioni difficili, estreme, e ne cerca accomodamenti utili alla sopravvivenza. Ho visto anche io “American… read more →
Fuso orario. Cinque viaggi intercontinentali in sei mesi: anche se il fuso orario non è immenso due ore tre ore avanti e indietro fanno il loro effetto. Quando torno in Italia dal Pakistan e dagli Emirati dormo per un giorno intero; se lo scalo è a Dubai ci sono due ore di differenza con il Pakistan e una con l’Italia; ma se mi fermo a Doha c’è un’ora in più. Così sbaglio sempre l’orario dell’imbarco e la notte non riconosco più il letto dove dormo, e metto sempre i piedi dalla parte sbagliata.