Amici

Haseeb e’un amico caro. Abitualmente per diverse ragioni non scrivo mai i nomi dei miei amici Pakistani, ma con lui faccio eccezione perche’ se lo merita e non corre a nascondersi ipocritamente come molti in questa societa’ maschile e fortemente repressa. Non ho amiche donne qui (fatta eccezione per una giovane twitter friend reporter a Karachi): come ho scritto altre volte faticano a confidarsi e ti considerano in molti casi una attentatrice dei loro mariti.

Haseeb e’ l’amico di un conoscente complicato e con il quale entrare in relazione e’ stata una delle esperienze piu’ difficili della mia vita. Piu’ degli altri esseri umani gli uomini pubblici hanno una vita privata inestricabile e a tratti disastrosa, e in un paese rigidamente islamico come questo la loro sfera  intima e’ materia di una tesi di laurea in psicologia clinica. Ma all’uomo in questione devo molto perche’ mi ha fatto conoscere Haseeb e ora lui e’ il mio migliore amico qui. Piu’ giovane di me (qui lo sembrano tutti), Haseeb ha scelto di curare la terra di famiglia e vive con tre bambine bellissime e una moglie sveglia e graziosa nella sua tenuta ai margini del deserto. Non la pensate come una scelta di vita sostenibile alla maniera europea, quanto piuttosto di una gestione moderna di un latifondo. Haseeb ama le sue piante di cotone come fossero altrettante creature e dedica a persone e vegetali la stessa commovente cura.

Haseeb e’ allo stesso tempo un uomo di mondo, ha studiato in Gran Bretagna, e’ curioso di tutto e ti ascolta. E’ un gentiluomo di altri tempi, direbbe mia madre: con lui parlo di politica, di vita privata, di culture complicate come le nostre sono e anche dell’impero romano, argomento che lo appassiona. Lui vive a molte ore di macchina da dove sono attualmente, e si sposta per lavoro, non ci sentiamo spesso, ma lui c’e’. E io non potro’ trascorrere le festivita’ di Eid insieme a lui e alla famiglia perche’ ho bisogno di un permesso speciale per viaggiare fino ai margini del deserto e dovrei gravare sull’atmosfera di casa con una macchina della polizia che mi dovrebbe scortare ovunque, quindi meglio di no.

Cosi’ lui ieri sera era in un’altra citta’, a piu’ di due ore dalla capitale e si preparava a lungo viaggio di rientro a casa. Ma ha preso la sua auto ed e’ venuto da me, avendo meno di due ore a disposizione da passare a cena. Ristorante cinese, risate, cose serie e tanta compagnia. E naturalmente piani per il prossimo incontro, se siamo fortunati in Europa. Haseeb non mi ha mai dato nemmeno una sola volta l’idea di frequentarmi per corteggiarmi (non me ne importa nulla di solito, ma in questo contesto e’ come bere acqua nel deserto: sei una straniera e dunque tutti gli uomini pensano che puoi fare sesso con tutti loro), cosi posso abbracciarlo e scoccargli grossi baci sulle guance.

A me, che sto vivendo psicoticamente tra due mondi, che non so piu’ nemmeno quale sara’ il mio letto tra un mese, un amico cosi’ e’ manna dal cielo.